Rianimazione artificiale: massaggio
cardiaco + respirazione artificiale
Dopo 3 o 4 minuti dall'arresto cardiaco i neuroni e il cervello, molto sensibili alla carenza di ossigeno che non viene più pompato dal cuore attraverso il sangue, cominciano una irreversibile distruzione.
In presenza di un arresto cardiaco,
perciò, bisogna intervenire immediatamente con il massaggio cardiaco e
la respirazione artificiale: operazioni che servono a ripristinare
artificialmente l'attività cardiaca e respiratoria.
Attraverso il massaggio cardiaco il cuore
pompa il sangue soltanto al 20% - 40% del normale, ma è sufficiente per
tenere in vita l'infortunato sino al suo arrivo in un pronto soccorso
dove, attraverso un defibrillatore si tenterà di ripristinare l'attività
cardiaca attraverso scariche elettriche.
Allo stesso modo, la respirazione bocca a bocca,
serve per ossigenare il sangue che viene pompato in modo meccanico
attraverso il massaggio cardiaco. Anche se l'aria che insuffliamo è
ricca di anidride carbonica, la quantità di ossigeno immessa è comunque
sufficiente all'ossigenazione. L'aria che espiriamo, infatti, contiene
il 16% di ossigeno, contro il 20% dell'aria che inspiriamo.
Il soccorritore, esercitando una pressione sulla gabbia
toracica, comprime il cuore tra lo sterno e la colonna vertebrale e
in questo modo si sostituisce meccanicamente all'attività cardiaca.
Grazie all'elasticità della gabbia toracica, quando cessa la
compressione, il torace si espande e il cuore si dilata, per poi
restringersi alla successiva compressione.
ATTENZIONE: prima di eseguire un
massaggio cardiaco è necessario essere certi dell'avvenuto arresto del
cuore, altrimenti si possono compiere dei danni molto seri.
Come si fa
Spesso l'arresto cardiaco non è totale, il cuore è in fibrillazione,
comincia cioè a tremolare senza più riuscire a mandare in circolo il
sangue. Questo stato è particolarmente frequente nei casi di
folgorazione. Proprio per questo un tempo prima di iniziare il massaggio
alcuni soccorritori tentavano il ripristino dell'attività cardiaca attraverso il colpo
precordiale che però oggi, secondo le più recenti tecniche di rianimazione in
vigore, è decisamente s
consigliato.
Ne riportiamo dunque la manovra solo perché a qualcuno potrebbe capitare di
sentirne parlare: il colpo precordiale (SCONSIGLIATO)
consisteva in un colpo forte e secco assestato col pugno chiuso circa alla metà dello sterno.
Veniva ripetuto anche 2 o 3 volte e se l'attività cardiaca non si ripristinava
si passava dunque al massaggio.
Il punto di compressione.
La procedura più corretta e precisa, tuttavia, è la seguente:
1) si deve partire dal margine inferiore dell’arcata costale e risalire con
due dita unite seguendo la costola sin a quando non si raggiunge il punto
in cui le costole si congiungono con lo sterno. 2) Un volta trovato questo punto
bisogna porre su di esso il dito medio e sopra di esso apporre anche il dito
indice. Immediatamente sopra le due dita, sullo sterno, bisogna poi apporre il
palmo dell'altra mano. Questo è il punto di repere, e cioè il punto
più corretto dove andrà effettuato il massaggio cardiaco. Non resta dunque che
sovrapporre anche l'altra mano facendo ben attenzione che le dita della mano che
premono sullo sterno siano ben sollevate.
E' questo il punto migliore per comprimere il cuore: al di sopra si
rischia di rompere lo sterno, al di sotto si rischia di procurare
fratture alle costole con possibili lesioni di organi vitali come il
fegato o i polmoni.
Posizione dell'infortunato. L'infortunato deve essere sdraiato a pancia in su, disteso su un piano rigido o al suolo, meglio se in posizione antishock.
MAI effettuare un massaggio cardiaco su un letto o un materasso!
A questo punto bisogna procedere a garantire la pervietà delle vie aeree e prepararsi
alla ventilazione.
Posizionarsi in ginocchio al lato dell'infortunato e porre la base del
palmo nel punto di compressione dello sterno precedentemente
individuato. Porre il palmo dell'altra mano sul dorso della prima, con
le dita ben alzate, per fare forza con entrambe le braccia.
Mantenere le braccia ben tese, non piegate, perché il massaggio è
efficace se è perfettamente verticale e non deve mai seguire un asse
obliquo.
A questo punto eseguire la prima compressione facendo forza, in modo
perpendicolare, con tutto il peso del corpo, e poi rilasciare. Lo sterno
si deve abbassare di circa 4 o 5 centimetri.
L'operazione va ripetuta 15 volte, le compressioni vanno fatte a
distanza di circa un secondo l'una dall'altra. Dopo 15 compressioni,
spostarsi velocemente vicino alla testa dell'infortunato ed effettuare
altre due insufflazioni.
Continuare così alternando 15 massaggi e 2 insufflazioni.
Va detto che ogni volta che si ricomincia a fare un ciclo di compressioni va
nuovamente individuato con la solita procedura il punto di repere.
Ogni tanto bisogna controllare che l'attività cardiaca non si sia
ripristinata. In tal caso interrompere immediatamente il massaggio e
controllare le funzioni vitali
dell'infortunato sino all'arrivo dei soccorsi. Se l'attività non si
ripristina il massaggio va continuato senza interruzioni sino all'arrivo
dei soccorsi.
ATTENZIONE: nel caso di bambini, le
compressioni devono essere meno energiche.
Anche il punto di compressione è differente: in particolare nei neonati
il punto di compressione si trova nel punto mediano della linea di
congiunzione dei capezzoli e la compressione deve essere fatta con due
dita anziché con i palmi delle
mani. Questo vale ance per i bambini molto piccoli: la compressione va
effettuata soltanto con le dita, se non si vuole procurare uno
sfondamento del torace. Inoltre bisogna ricordare che nei bambini il
ritmo del cuore è più veloce, 80 - 100 battiti al minuto contro i 60 -
70 di un adulto. Anche il ritmo del massaggio deve essere un po' più
veloce.
Si comincia con 2 insufflazioni, poi l'altro soccorritore effettua 15 compressioni, e si continua alternando
2 insufflazioni e 15 compressioni.
E' bene contare ad alta voce ogni compressione, in modo che l'altro
soccorritore che si occupa delle insufflazioni prenda il giusto ritmo e
sia pronto a immettere aria dopo la quinta compressione. Mai effettuare
contemporaneamente insufflazione e compressione ma sempre alternando.
Poiché queste manovre sono molto faticose, è bene che i due soccorritori
si alternino e si diano il cambio ogni
tanto. Il cambio deve essere veloce. Intanto, ricordarsi di controllare
il polso per vedere se l'attività cardiaca si è ripristinata.
ATTENIONE:
Le procedure qui descritte sono in continuo aggiornamento da parte dell'IRC, che è alla ricerca sempre di nuovi metodi più efficaci per salvare vite umane. Fino a pochi anni fa, per esempio, nel caso di un massaggio cardiaco con due soccorritori la manovra prevedeva un ritmo di 1 insufflazione seguita da 5 compressioni, la qualcosa si trova ancora in molti manuali non aggiornati. Le manovre qui descritte invece tengono conto degli ultimi protocolli del 2003 e in futuro potrebbero anche cambiare lievemente, visto che la ricerca è sempre in costante crescita.
Le procedure qui descritte sono in continuo aggiornamento da parte dell'IRC, che è alla ricerca sempre di nuovi metodi più efficaci per salvare vite umane. Fino a pochi anni fa, per esempio, nel caso di un massaggio cardiaco con due soccorritori la manovra prevedeva un ritmo di 1 insufflazione seguita da 5 compressioni, la qualcosa si trova ancora in molti manuali non aggiornati. Le manovre qui descritte invece tengono conto degli ultimi protocolli del 2003 e in futuro potrebbero anche cambiare lievemente, visto che la ricerca è sempre in costante crescita.
Nessun commento:
Posta un commento